mercoledì 28 maggio 2008

Ancora VERDE, ma MODERATO!

Con il documento seguente ho annunciato il 16 maggio 2008 le mie nuove decisioni politiche

Ricordo che questo documento è stato scritto PRIMA che il sottoscritto fosse venuto a conoscenza dei contenuti dell'intervento di Marco Boato al Consiglio Federale dell'10 - 11 maggio 2008 (vedi quanto riportato su questo blog il http://carlozanolinicronachepolitiche.blogspot.com/2008/05/i-verdi-hanno-ancora-un-futuro-in.html).
Sembra incredibile, ma le stesse parole che ha usato BOATO sono anche state usate, quasi pari pari, dal sottoscritto e l'analisi della situazione è quasi uguale: la differenza però è che Boato si dichiara cattolico e credente e dunque confida nella Speranza, io da buon ateo NON mi posso sentire confortato dalla speranza, e dunque ho preso strade diverse che prescindono dalla essa.
La mia decisione è stata presa dopo la riunione "autoconvocata" nella sera del 12 maggio 2008: è proprio lì che ho compreso che (ma questa è una mia opinione) "cambierà tutto per non cambiare nulla" e che le idee mie e quelle del mio gruppo non avrebbero mai potuto essere rappresentate nel partito a livello regionale e nazionale, dove i giochi sono sempre gli stessi e dove lo stesso Presidente Nazionale "dimissionario" sta per uscire dalla porta, ma si prepara ad entrare dalla finestra.
Nella notte dopo la riunione ho scritto la mia nota che vi allego e nella quale illustro le decisioni che ho assunto
Sono disposto ad accettare qualsiasi critica di natura politica (qualcuno mi ha detto che dal suo punto di vista sto facendo "una cazzata" e questo posso non condividerlo ma lo accetto) ma non sono disposto ad accettare attacchi personali.
Il tempo potrà solo dire chi avrà ragione. Ma il tempo che mi rimane in questa vita terrena non è più molto, avendo superato la sessantina d'anni, per cui non posso aspettare a lungo, oltre i due lustri...
Vorrei ribadire che le decisioni prese e che leggerete nell'allegato, non sono assolutamente dettate da ambizioni personali (grazie a Dio - scusate l'espressione - dalla vita, fino ad ora ho avuto tutto, carriera, rispettabilità, agio economico, soddisfazioni e riconoscimenti da molta gente ,ecc) ma sono volte a salvaguardare l'esistenza di tutto un gruppo di persone comuni e di ecologisti di cui mi ritengo responsabile.
Inoltre la possibilità di avere riferimenti di eletti nell'istituzione parlamentare MOLTO DISPONIBILI e LOCALI (a differenza di quanto è avvenuto purtroppo negli ultimi due anni) penso che possa essere utile a tutti, iscritti ai verdi e non. Per questo mi rendo assolutamente disponibile a fare da tramite verso le Istituzioni nazionali su temi che possono interessarci.
Il mio è un percorso istituzionale. Strategico.
La mia iscrizione ai verdi c'è e non abbandono l'adesione a quell'idea (che oramai è rimasta purtroppo solo solo più un'idea).
Non è un "uscire", ma un decidere di percorrere una strada che permetta di far sopravvivere un gruppo.
Al più presto avrò piacere di illustrare a voce più dettagliatamente quanto deciso a coloro che mi sono stati più vicini in questo periodo: cito tra gli altri Annamaria Tassella, Antonella Doni, Walter Giuliano, Ferdinando Cartella, Maurizio Pizzasegola,Marco Craviolati, Dino Barrera e qualcun altro che forse ora dimentico.
A loro, ma non solo a loro rivolgo l'invito a collaborare ancora nella mia attività istituzionale e mi metto per ciò a disposizione.

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Torino, 16 Maggio 2008

Carissime amiche, carissimi amici del Partito dei VERDI,
Carissime e carissimi simpatizzanti politici e amici,

In questi ultimi mesi ho riflettuto molto sulla mia situazione di aderente al Partito dei VERDI, dalla cui dirigenza ho avuto l’onore di essere accettato e candidato in Comune a Torino.
Non dimenticherò mai di aver avuto il consenso per la mia candidatura al Consiglio Comunale di Torino dal Presidente on. Pecoraro Scanio su proposta dell’on. Trepiccine (e qui colgo l’occasione per ringraziarli ancora, poiché mi hanno permesso di contribuire coi miei voti personali a far ben figurare il Partito e contemporaneamente ad essere eletto)
L’accettazione della candidatura da parte mia era però anche dettata, oltre che dalla volontà di contribuire ad amministrare la mia Città natale, anche da un progetto ambizioso, cioè quello di “rilanciare i VERDI nel Piemonte ripartendo da Torino” secondo i principi “originari” dell’ambientalismo delle “Liste VERDI”.
Questo è quanto scrissi nelle lettere inviate ai miei probabili elettori in campagna elettorale: era la sottoscrizione di un patto con chi mi ha votato e al quale non intendo venire meno.
C’erano tutti i presupposti perché attorno al Parlamentare eletto qui in Piemonte si riallacciassero contatti e si riprendessero iniziative per riportare i VERDI - come ormai è di moda affermare- a “radicarsi sul territorio” per aumentare il proprio consenso elettorale, riposizionandosi su una posizione ambientalista pura.
Molti VERDI storici avrebbero ricominciato il percorso con noi e nuove persone avrebbero aderito al progetto.
Così non è stato.
Il radicamento verde sul territorio è continuato, salvo alcune eccezioni, a non essere favorito, proprio a partire da chi avrebbe dovuto offrire presenza locale costante ed essere elemento aggregativo: cioè dal Parlamentare eletto nella scorsa legislatura, ancorchè “scaraventato” nella nostra regione per i soliti giochi di potere.
Le correnti “forti” del Partito, sponsorizzate dalle gerarchie centrali, inoltre, hanno creato perlomeno incomprensioni serie, e forse anche divisioni e fratture insanabili, non garantendo neppure il rispetto e il riconoscimento delle minoranze.
La suddivisione dei poteri nel Partito locale (Regionale, Provinciale Cittadino), ha seguito fedelmente la suddivisione fra le componenti nazionali, ed è stata probabilmente una delle cause che non ha permesso la ripresa di un percorso comune.
Ma, secondo una analisi personale, la causa che ha portato al disastro il Partito, anche localmente, decretandone come primo atto la sua dissoluzione e poi la sua scomparsa dal Parlamento, è stata la deriva, per così dire, “di sinistra”, tradendone forse la vocazione plurale e di “biodiversità” culturale originaria.
“L’appiattimento a sinistra” dei VERDI è (sempre secondo la nostra opinione) quello che ne ha decretato la diminuzione più sensibile del consenso elettorale che è culminato nella scomparsa dei VERDI il 14 Aprile 2008.
Ma il “funerale dei VERDI” - parafrasando Ceronetti - non è una cerimonia finita.
Pensavamo di averne ricoperta la bara con un bello strato di terra, di aver deposto un mazzo di fiori alla memoria e, bagnate le gote con qualche lacrima, di ritornare a casa, forse molto più tristi, ma con la voglia di ricominciare.
Ma, da quanto abbiamo pensato di capire essere avvenuto nell’ultima assemblea federale del 10 – 11 maggio, pare che non si possa più pensare di ricominciare: pare che non si possano più ricostruire i VERDI partendo dalla concreta umanità e UMILTA’ di Alex Langer, ma ancora una volta vediamo affanni nel costruire alchimie ed equilibri di cariche, per organizzare un qualcosa che per ora è il nulla: o perlomeno è solo più qualche centinaia di migliaia di euro di rimborsi elettorali.
La fossa dove seppellire i VERDI non è stata ancora scavata a sufficienza, a dimostrazione che la Storia non è mai maestra di insegnamenti per il futuro: il funerale deve continuare.
E’ che in quella fossa si sono seppelliti anche i nostri sogni, le nostre speranze e, cosa assai più grave, tutte le speranze per un’Italia rispettosa dell’ambiente.
I VERDI continueranno per molti anni forse a non-esistere, o ancora potrebbero finire ben mascherati all’interno di un altro simbolo, senza possibilità di rappresentare più l’ambientalismo.
Nonostante gli accorati incitamenti di Marco Boato a riprovare ancora ad essere VERDI,
al momento (e per molto tempo ancora) non riesco ad intravvedere un’uscita da questo tunnel.
Assemblee ed estenuanti trattative per rideterminare gli assetti del Partito si trascineranno per un anno almeno; riunioni, Statuti, Conferenze ed Assemblee organizzative e programmatiche si alterneranno con i consueti riti. Il Partito sarà ancora tenuto saldamente in mano dai soliti noti o da loro stretti collaboratori, forse rispettando l’usuale indicazione alla parità di genere.
Non ci sarà spazio per chi, come noi, vorrebbe che “i VERDI restinoVERDI”.
Tutto ciò mentre importanti appuntamenti elettorali si stanno avvicinando e questa situazione caotica con buona probabilità decreterà definitivamente l’uscita dei VERDI (lo penso ma non lo spero!) anche dalla Istituzioni locali (Provincia, Regione, Comuni)
Infatti sarà sempre più difficile porre fine alla emorragia di voti per un Partito che non esiste più e che è apparso (anche se immeritatamente) poco credibile nelle proposte, negli atteggiamenti e nelle azioni.
Sarà anche difficile essere accettati in coalizione da un Politica che sta avviandosi verso il bipartitismo e non solo verso il bipolarismo.
Ho pertanto deciso, assieme ad un gruppo di amici di “ricominciare dal locale”: dalla Città di Torino, dalla Provincia e dalla Regione: occorre sopravvivere nelle Istituzioni, non per questioni di posti o di prestigio, ma per continuare a trasmettere la cultura ambientalista specifica dei VERDI, (intesi come forza ambientalista e non come partito) e per poter un minimo “contare” con la forza delle nostre idee e con quello che ora rappresentiamo nelle Istituzioni, e per poter continuare ad essere forieri delle istanze ambientaliste.
Il Partito dei VERDI ci è sembrato non offrire più le forze, i mezzi e le soluzioni strategiche per ottenere quello che riteniamo utile per l’Ambiente dell’Italia e del nostro Piemonte.
Ho parecchio riflettuto in questi ultimi mesi: “Essere o non essere?”
Ma poi da oggi, noi e un gruppo di ambienatlisti torinesi e piemontesi abbiamo preso la decisione di caratterizzarci come “VERDI al Centro” o meglio, al di sopra del sistema unidimensionale "da sinistra a destra" ed essere in una seconda dimensione trasversale parallela.
“Né di destra, né di Sinistra”, come disse Langer.
Vogliamo da oggi dare un segnale netto di volontà di abbandono del progetto della Sinistra Arcobaleno che non abbiamo mai condiviso, facendo una scelta diversa, puramente strategica e che ci permette, pur continuando ad essere ecologisti, di poter essere rapprentati nelle Istituzioni e soprattutto di avere diretti interlocutori nelle Istituzioni Parlamentari italiane e di dialogare con tutti i partiti sui temi riguardanti l’Ambiente e l’Ecologia.
Oggi la nostra scelta è quella di un percorso di forza politica autonoma, ma confederata con il Movimento regionale dei Moderati: Confederazione significa rispetto della autonomia, nell’ambito di posizioni plurali, ma in gran parte condivisisbili.
Oggi diamo vita al nuovo Gruppo Consiliare “AMBIENTEeITALIA – MODERATI -” e alla Associazione “AMBIENTEeITALIA”
Il significato di questa confederazione è quello di lanciare localmente un segnale di controtendenza ecologista alle politiche nazionali di quello che resta del Partito dei VERDI.
Non vogliamo essere presuntuosi, ma è come se “ripartissimo da Alexander langer”
Riteniamo che questa possa essere la strada giusta per poter ricominciare a pensare al futuro dell’ambientalismo in Torino e nel Piemonte. Avanziamo dunque un appello a tutte le anime ambientaliste e a tutti quanti hanno a cuore le tematiche ecologiche ad aderire a questo nostro percorso: siamo disponibili a dventare referenti di tutti

Carlo Zanolini

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